5 Ottobre 2019
XYLELLA: CODIRETTI PUGLIA, ADDIO A 4 OLIVE SU 10 A BRINDISI; DOMANI 6/10 ANALISI DEL DISASTRO COLPOSO CON MINISTRO BELLANOVA

Sono andate perse 4 olive su 10 in provincia di Brindisi a causa dell’avanzare della Xylella, per i ritardi negli abbattimenti degli ulivi infetti accumulati dalle istituzioni regionali nell’attività di estinzione dei focolai attivi. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, sulla base dei dati del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) che segnano un calo della produzione olivicola del 36% nella campagna 2018-2019 in provincia di Brindisi.

“Domani incontreremo il Ministro Bellanova e ribadiremo che senza un cambio di passo nella gestione del disastro colposo non ci sarà scampo per il Salento a causa della Xylella. Dopo 6 anni di denuncia, ritardi e scaricabarile dell’amministrazione regionale e il succedersi di 3 Ministri servono interventi immediati e decisivi, perché gli agricoltori non sanno come comportarsi per realizzare nuovi impianti resistenti e tornare a lavorare e produrre. E’ a rischio l’intera filiera olivicola salentina, con gli agricoltori senza reddito da 6 anni, milioni di ulivi secchi, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia, 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva”, denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia che domani 6 ottobre sarà a capo della delegazione di agricoltori e frantoiani di Lecce, Brindisi e Taranto all’incontro a Lecce con il Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova.

Il ritrovamento di altri 4 ulivi infetti a Fasano, di cui 2 a ridosso della Statale 379 lato monti di competenza dell’ANAS fa riemergere prepotentemente la necessità che tutti facciano la propria parte nella gestione della Xylella, aggiunge Coldiretti Puglia. “Non esiste una cura per la Xylella, ciò che è possibile fare è contenerla, attraverso le lavorazioni superficiali del terreno, trinciatura ed  interramento  della  vegetazione  spontanea, buone pratiche a cui devono provvedere anche gli enti pubblici, Comuni, Demanio, Consorzi di Bonifica, ANAS che devono programmare le attività di pulizia di strade, fossi, canali e buone pratiche nelle aree pubbliche e demaniali e farsi carico di abbattere gli ulivi infetti una volta conclamata la malattia”, dice il presidente Muraglia.

“Amara realtà constatare per l’ennesima volta che la Regione Puglia non ha in questi anni attivato il dovuto e indispensabile coinvolgimento di tutte le Istituzioni sulla problematica da affrontare in maniera corale. Luogo ideale avrebbe dovuto essere il comitato consultivo permanente per l’emergenza su ‘Xylella fastidiosa’, un tavolo regionale dove si sarebbero potute affrontare, comunicare e approfondire tutte le tematiche inerenti la malattia, costituito a novembre 2014 con delibera di Giunta regionale e mai convocato dall’Assessore regionale. Così come non si riesce ad ottenere la convocazione del tavolo istituzionale che rispetti la composizione prevista dall’ordine del giorno del Consiglio regionale del 31 maggio 2018. Dopo tali errori, mancanze e scaricabarile, suonare la sveglia non basta più”, incalza il presidente Muraglia.

La Xylella nella zona di contenimento ha continuato ad infettare ulivi, tutti prossimi alle piante positive ritrovate con il monitoraggio 2017/18 ad Ostuni – aggiunge Coldiretti Puglia - ovvero quando il focolaio ricadeva in zona cuscinetto e quindi le norme comunitarie imponevano l’abbattimento delle piante ospiti ricadenti nel raggio dei 100 metri. “Evidentemente se fosse stata applicata per tempo e alla lettera la normativa comunitaria – insiste il presidente Muraglia - il focolaio sarebbe stato estinto, piuttosto che risultare ad oggi ancora attivo, con piante malate che costituiscono fonte di inoculo e diffusione ulteriore della Xylella. Nell’area di Fasano, Ostuni, Carovigno e Monopoli sono presenti 250mila ulivi, esemplari di pregio straordinario – conclude il presidente Muraglia – che potrebbe  fregiarsi della prestigiosa dichiarazione di ‘sito patrimonio dell’Unesco’, azione per cui abbiamo sostenuto il Parco delle Dune Costiere nel percorso di riconoscimento della Piana degli ulivi monumentali quale patrimonio dell’Unesco. E’ impensabile che questo immenso patrimonio vada perduto”.

 

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