16 Settembre 2021
G20: COLDIRETTI PUGLIA, CANCELLATO 1/4 DELLE CAMPAGNE (-28%); IN PUGLIA SUOLO AGRICOLO RIDOTTO AD APPENA 1,5 MLN ETTARI

Persi in un decennio in Puglia oltre 48 milioni di chili di prodotti agricoli

Nello spazio di una sola generazione la Puglia ha perso più di un terreno agricolo su quattro seguendo un modello di sviluppo sbagliato che ha causato la scomparsa del 28% delle campagne che storicamente rappresentano l’immagine del Belpaese nel mondo insieme alle città d’arte e garantiscono la sovranità alimentare del Paese in un momento difficile per l’emergenza Covid. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti diffusa in occasione del G20 con il cuore della città di Firenze in Piazza Santa Croce nel corso della mobilitazione dei giovani agricoltori con un appello ai grandi del mondo per la difesa del lavoro agricolo siglato insieme ai colleghi dei altri Paesi più avanzati nei diversi continenti.

In Puglia – evidenzia la Coldiretti regionale - la superficie agricola utilizzabile si è già ridotta ad appena 1,5 milioni di ettari a causa della cementificazione e della scomparsa dei terreni fertili. Sono andati persi in un decennio oltre 48milioni di chili di prodotti agricoli, con la copertura artificiale di suolo coltivato che nel 2020 – sottolinea Coldiretti Puglia - ha toccato la velocità di 2 metri quadri al secondo, nonostante il lockdown e la crisi dell’edilizia, secondo i dati Ispra.

Sono stati mangiati in 15 anni in Puglia 157.718 ettari di suolo, uno dei dati più negativi d’Italia, con le forme di consumo indagate - denuncia Coldiretti Puglia - riferite ai nuovi impianti fotovoltaici installati a terra che hanno assorbito il 37%  del suolo consumato in Puglia in un anno tra il 2019 e il 2020.

“In un anno la Puglia ha perso altri 493 ettari di suolo per colpa della cementificazione, dell’abbandono e degli impianti fotovoltaici a terra che sottraggono terreni fertili all’agricoltura e pezzi di ambiente e paesaggio alla collettività. La Puglia è stata già abbondantemente violentata da una presenza invasiva di specchi e pale eoliche, sulla cui utilità per la produzione di energia pulita non si discute. Ciò che invece si scontra con le grandi potenzialità agroalimentari e turistiche dei nostri territori è la collocazione selvaggia di tali impianti e del fotovoltaico a terra che sfrutta terreni agricoli di qualità e compromette la fruibilità turistica e paesaggistica delle aree interessate”, denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Approfittando di una sorta di limbo giurisdizionale fra province confinanti – aggiunge Coldiretti Puglia - il grosso della competenza e quindi del potere decisionale è in capo alla Regione Puglia e non agli organi amministrativi locali.

Coldiretti è da sempre convintamente a favore della green economy, a patto che non si deturpi il territorio, considerato che la Puglia pare si sia candidata a risolvere da sola il deficit nazionale di energie rinnovabili, considerato lo scempio già perpetrato con le foreste di pali eolici e le distese di pannelli.

Per questo Coldiretti Puglia sollecita una legge che metta freno all’impianto selvaggio e che destini al fotovoltaico aree e siti idonei come zone marginali, capannoni dismessi, cave in disuso, tetti di stalle e aziende agricole, coniugando la necessaria transizione ecologica con la tutela del settore agricolo e agroalimentare, del paesaggio e del turismo pugliese.

La pandemia da Coronavirus ha rivoluzionato le priorità dei mercati e dei consumatori – conclude Coldiretti Puglia - con le produzioni agricole, dalle quali dipendono le forniture alimentari, diventate più preziose e richieste del petrolio, con l’emergenza che ha ribaltato la geografia del valore della terra che è devenuta una ‘riserva naturale’ strategica da tutelare e proteggere.

Ma la sparizione di terra fertile non pesa solo sugli approvvigionamenti alimentari – sottolinea Coldiretti Puglia - dal 2012 ad oggi il suolo sepolto sotto asfalto e cemento non ha potuto garantire l’assorbimento di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che ora scorrono in superficie aumentando la pericolosità idraulica dei territori con danni e vittime. Una situazione in cui a causa dei cambiamenti climatici – evidenzia la Coldiretti regionale – sono sempre più frequenti gli eventi estremi, +36% nel 2021 rispetto all’anno precedente, con precipitazioni violente che provocano danni perchè i terreni non riescono ad assorbire l’acqua su un territorio come quello pugliese – sottolinea Coldiretti regionale – reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con 230 comuni, ovvero il 89% del totale, a rischio idrogeologico secondo dati Ispra.

“La tropicalizzazione del clima, con eventi estremi come nubifragi, grandinate e trombe d’aria che si alternano a lunghi periodi siccitosi e la cementificazione selvaggia, oltre ai pannelli solari mangia suolo, hanno causato una percentuale di suolo consumato che si attesta su valori compresi tra l’8% e il 10%, una delle più alte d’Italia, indebolendo e impoverendo un territorio già fragile e privando noi giovani coltivatori della possibilità di crescere imprenditorialmente e investire in un futuro agricolo concretamente basato sullo sviluppo rurale”, aggiunge Benedetta Liberace, leader di Coldiretti Giovani Impresa Puglia.

La pandemia da coronavirus sta rivoluzionando le priorità dei mercati e dei consumatori  “con le produzioni agricole, dalle quali dipendono le forniture alimentari nei diversi Paesi. L’emergenza ha ribaltato la geografia del valore della terra – conclude la delegata pugliese Liberace – con i giacimenti di idrocarburi del sottosuolo che hanno perso centralità economica rispetto ai raccolti che crescono sui campi di tutto il mondo e che vengono considerati ormai vere e proprie riserve strategiche da proteggere e accantonare.

Per combattere le speculazioni e tutelare i terreni agricoli i giovani della Coldiretti hanno anche lanciato la petizione contro i pannelli solari mangia suolo per combattere il rischio idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici e spingere il fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole con il via alla raccolta firme.

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