Contro gli stormi di storni che mangiano ognuno fino a 20 grammi di olive al giorno arriva il via al prelievo in deroga dal 10 novembre 2021 fino al 16 gennaio 2022. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione alla delibera di Giunta regionale che ha disposto il prelievo in deroga degli storni nella piana olivetata litoranea tra le province di Bari e Brindisi.
“Gli agricoltori non hanno strumenti adeguati ad arginare la presenza eccessiva e in progressivo aumento di determinate specie di animali selvatici – come cinghiali, lepri, storni, cormorani – che, in caso di ingresso nei fondi agricoli o negli impianti di acquacoltura, arrecano danni significativi e spesso irrecuperabili”, denuncia Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia.
Particolarmente colpito dagli storni il settore olivicolo nelle province di Bari e Brindisi e nell’agro di Manfredonia ed il danno si attesta tra il 30 ed oltre il 60% - spiega Coldiretti Puglia - a carico degli olivi coltivati soprattutto nelle zone a ridosso del mare, da un lato sull’Adriatico dall’altro sullo Jonio.
“Oltre al danno diretto, non vanno sottovalutati i danni indiretti. Gli storni distruggono le piazzole adibite alla raccolta delle olive – insiste il presidente della Coldiretti di Brindisi, Filippo De Miccolis – e gli olivicoltori sono costretti a contrastare una calamità senza averne gli strumenti, condannati, quasi, a riprogrammare la propria attività agraria per scongiurare la distruzione della produzione. Tra l’altro, non è soltanto l’olivicoltura a risultare colpita, dato che il passaggio degli stormi di storni lascia sugli ortaggi quantitativi di escrementi tali da rendere impresentabile il prodotto sul mercato. Gli storni trovano ristoro notturno nelle aree protette, come Torre Guaceto, per riprendere le scorribande alimentari diurne ormai da mesi, dato che il caldo anomalo degli ultimi anni ha fatto convertire la specie protetta da migratoria a stanziale.”.
Il caso più grave e noto dei danni provocati dai cinghiali all’agricoltura non deve far dimenticare – sostiene Coldiretti Puglia – che esistono altre specie problematiche, quali le forme domestiche di specie selvatiche e le forme inselvatichite di specie domestiche. In questo ambito, sono numerosi i danni provocati dai cani inselvatichiti agli allevamenti e quelli dovuti, invece, alla massiccia diffusione del piccione inselvatichito che danneggia non solo le colture, ma anche i prodotti agricoli stoccati nei silos, quali sementi e cereali. Un altro problema rilevante è, poi, quello del controllo di alcune specie alloctone – conclude Coldiretti Puglia - si sono diffuse in modo invasivo, provocando gravi danni all’acquacoltura e all’agricoltura: ne sono un esempio il cormorano e lo storno.