5 Luglio 2024
EMERGENZA IDRICA, ALL’ASSEMBLEA DELL’ANBI GLI IMPEGNI DEL GOVERNO

Ancora e sempre acqua. Quando ce ne è troppa, come sta accadendo da mesi nel Nord e quando invece manca, creando situazioni devastanti come quelle che stanno vivendo quattro regioni del Sud e in particolare la Sicilia, diventata il simbolo della grande sete. La Coldiretti ha promosso una grande mobilitazione a Palermo, così come in Puglia. E in occasione  dell’assemblea dell’Anbi che si è  svolta il 2 e 3 luglio scorsi il segretario generale della Coldiretti, Vincenzo Gesmundo e il presidente, Ettore Prandini, sono scesi nuovamente in campo su questo delicato tema. Gesmundo ha annunciato  che sull’emergenza acqua Coldiretti è pronta ad aprire una stagione di ferro e fuoco. In Sicilia i campi sono arsi e molte le coltivazioni distrutte, mentre gli allevatori sono costretti a uccidere gli animali che non riescono più ad alimentare. Una vera tragedia. Il segretario generale ha citato il caso di alcuni giovani allevatori siciliani che hanno investito sulla ricerca genetica e ora rischiano di vedere andare in fumo il loro prezioso patrimonio.Il presidente Prandini, ha incalzato: “la priorità è trattenere l’acqua quando piove e utilizzarla nei periodi di siccità”. Riferendosi poi alla situazione del Sud, soprattutto in quattro regioni, ha denunciato le perdite enormi con il rischio della tenuta economica e sociale da parte del settore agricolo.  Per Prandini, l’importanza di investire in bacini di accumulo  con pompaggio anche  per dare una risposta al tema del dissesto idrogeologico.  Ma se il Mezzogiorno deve affrontare la siccità, il Nord con l’eccessiva piovosità non sta meglio. “Ci deve essere – ha sostenuto il presidente della Coldiretti – una programmazione intelligente, fatta di investimenti, di infrastrutture, soprattutto nel dare risposte concrete ai bisogni dei nostri agricoltori”.

La Coldiretti d’altra parte ha titolo per parlare. Perché la rappresentanza sindacale viene intesa a tutto tondo, cercando risposte a tutte le istanze degli agricoltori su tutti i fronti. E il problema idrico è una delle priorità. Non da oggi. Da più di sei anni infatti Coldiretti con Anbi ha messo a punto un piano per raccogliere l’acqua piovana (attualmente se ne riesce a trattenere solo l’11%) e restituirla poi nei periodi di grande sete all’agricoltura, ma anche all’industria e ai cittadini e per produrre energia. Un progetto che se fosse stato realizzato nei tempi (non biblici) avrebbe evitato o comunque attenuato le conseguenze drammatiche della lunga siccità che quest’anno sta flagellando il Sud. Mentre nel 2023 erano stati colpiti i territori del Nord. Oggi dunque i vertici Coldiretti possono affermare con autorevolezza  che “la crisi dell’acqua (siccità e  alluvioni)  e il colpevole disinteresse della politica per interventi strutturali come il nostro piano invasi, così come per gli interventi necessari a curare la fragilità delle aree interne colpite dal dissesto idrogeologico, sono temi sui quali dobbiamo esprimerci con chiarezza”.  Poi l’annuncio: Siamo pronti a mettere in campo il conflitto intelligente!
Lo stiamo facendo con le mobilitazioni regionali che ci vedono protagonisti e lo faremo tutte le volte che sarà necessario. Perché abbiamo un dovere essenziale: difendere gli interessi dei nostri soci. Si tratta di battaglie corporative? No! Le nostre proposte vanno nell’interesse dei nostri primi alleati: i cittadini. La Coldiretti da 80 anni porta avanti gli interessi degli agricoltori guardando sempre agli interessi generali dell’Italia. Intanto le sollecitazioni fatte all’assemblea dell’Anbi qualcosa sembra essersi mosso.

Dall’impegno del ministro Salvini sull’avvio dei primi 73 progetti per 946 milioni nell’ambito del Piano nazionale di interventi infrastrutturali per la sicurezza  del settore idrico che dispone di una dotazione di 13 miliardi  a quello del commissario straordinario del Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione del maggio 2023, Figliuolo che ha garantito la immediata spendibilità nelle zone colpite dall’alluvione di 1,65 miliardi per 550 iniziative a cui ne seguiranno altre 500 per ulteriori 2,2 miliardi subito disponibili.

Segnali di un cambio di passo verso una strategia improntata alla programmazione. Il presidente dell’Anbi, Francesco Vincenzi, ha “letto” gli impegni del Governo come “un importante ritorno alla capacità di pianificazione dello Stato in una materia fondamentale come la gestione dell’acqua”. Ma ha anche sostenuto che bisogna pensare al dopo Pnrr e il modello individuato è quello del Piano Marshall. Per Vincenzi è necessaria “una visione di Paese che ci permetterà di adeguare e di adattarlo ai cambiamenti climatici”. Ci sono dunque le condizioni per avviare finalmente i cantieri dei bacini di accumulo, ma oltre alle risorse è necessario anche – ha spiegato Prandini – abbattere i tempi burocratici attribuendo anche le competenze a un commissario. E contemporaneamente occorre procedere a una manutenzione delle strutture già esistenti. Coldiretti vigilerà perché si passi dalle parole ai fatti.

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