25 Marzo 2021
COMPOSTAGGIO E BIODIGESTIONE DI PROSSIMITÀ: LA SVOLTA GREEN DEGLI AGRITURISMI COLDIRETTI

Gli agriturismi di Coldiretti sono pronti a raccogliere la sfida green del nuovo modello di economia circolare proposto dalla recente direttiva rifiuti Ue n. 851/2018 che persegue l’obiettivo di favorire una gestione più sostenibile dei residui organici nel rispetto della gerarchia dei rifiuti.
Infatti, nel recepire la direttiva (il d.lgs. 3 settembre 2020, n. 116) ha previsto che, a partire dal 1° gennaio 2021, i rifiuti prodotti dalle attività connesse non siano più classificati come urbani ma siano considerati speciali insieme a quelli delle attività agricole principali: coltivazione, allevamento e silvicoltura, compresa la pesca.

Di conseguenza, i rifiuti degli agriturismi che forniscono i servizi di ricezione e ospitalità, come pure i rifiuti delle imprese che effettuano la vendita diretta di prodotti agricoli e trasformati, inclusi piante e fiori, non sono più assimilati agli urbani e, pertanto, non sono più conferiti al servizio pubblico di raccolta. Ulteriore effetto di tale modifica è che non è più dovuta la tassa sui rifiuti urbani (Tari).

Nonostante il breve slittamento previsto per il 2021 dal decreto Sostegno (d.l. 22 marzo 2021, n. 41 Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali), che consente ai Comuni di provvedere all’approvazione delle tariffe e dei regolamenti della Tari e della tariffa corrispettiva entro il 30 giugno, sulla base dei bilanci di previsione da deliberare entro il 30 aprile (e non già, com’è attualmente, entro il 31 marzo di ogni anno), si pone la necessità di individuare le modalità pratiche di attuazione delle novità legislative, che saranno affidate ad una circolare del Ministero dell’Economia e delle finanze da concordare con il Ministero della Transizione ecologica.

Si tratta, infatti, di conoscere gli effetti di tale previsione normativa soprattutto per il settore agricolo, tenuto conto che soltanto per le attività connesse il d.lgs. n. 116/2020 ha posto una espressa esclusione dall’ambito dei rifiuti urbani.

L’eventuale previsione di un regime transitorio che consenta ai Comuni ma anche alle imprese di adeguarsi alle novità normative e di riorganizzare il sistema di gestione dei rifiuti deve, in ogni caso, tener conto del carattere speciale dell’attività agricola per evitare che eventuali soluzioni proposte possano comportare un aggravio di costi ed oneri a carico delle imprese.

Si aprono, a questo punto, diverse opportunità per gli agriturismi e per tutte le altre attività connesse, attraverso una gestione dei residui organici pienamente in linea con i principi dell’economia circolare, assicurando il già rilevante contributo dell’agricoltura alla lotta ai cambiamenti climatici e alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra migliorando, nel contempo, la qualità dei prodotti e dei servizi offerti.

I residui organici rappresentano, infatti, un’importante fonte di energia e un ottimo fertilizzante da sostituire ai prodotti chimici di sintesi.

Le attività di compostaggio, anche integrate da processi di digestione anaerobica, consentono di ottenere un compost realizzato con scarti organici e sottoprodotti, da utilizzare per arricchire i suoli con sostanza organica, migliorare le caratteristiche fisiche e biologiche del terreno ed apportare elementi nutritivi alle coltivazioni.

La pratica del compostaggio, inoltre, consente di ridurre le emissioni dovute ai trasporti dei rifiuti organici e speciali, di contenere gli impatti ambientali grazie ad una riduzione del conferimento dei rifiuti in discarica nonché di ottenere un contenimento dei costi di gestione, specialmente per le realtà imprenditoriali frammentate e differenziate sul territorio, dislocate al di fuori del perimetro urbano, spesso in zone interne o di montagna caratterizzate da notevoli difficoltà organizzative sul piano della logistica risultandone difficile il raggiungimento ai fini della raccolta e della ubicazione degli impianti.

Le attività connesse possono diventare, quindi, fattore decisivo per consentire all’agricoltura di valorizzare la propria dimensione multifunzionale attraverso i benefici che derivano dai residui aziendali da impiegare per chiudere il cerchio produttivo, nel pieno rispetto dei principi europei dell’economia circolare e della bioeconomia.

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