La Politica agricola comune ha dato un contributo importante al miglioramento del benessere animale. Lo rileva uno studio della Commissione Ue pubblicato l’11 maggio che sottolinea anche un calo nell’uso negli allevamenti di antimicrobici. Il documento ricorda poi che benessere animale e lotta alla resistenza antimicrobica sono anche tra i dieci obiettivi della nuova Pac. Nella maggior parte degli Stati membri il risultato è stato raggiunto grazie alle misure dello Sviluppo rurale combinando investimenti con consulenza e formazione. Tenendo conto dei risultati positivi la Commissione raccomanda alcune iniziative per la prossima Pac. In primis viene sollecitata una metodologia comune dell'Ue per documentare le migliori pratiche in materia di benessere degli animali da attuare in azienda. Lo studio suggerisce anche di fornire una panoramica completa del numero di animali interessati da diversi tipi di interventi che affrontano il benessere degli animali e l'uso di antimicrobici a livello nazionale. Per valutare adeguatamente gli effetti della Pac, spiega il documento, i dati dovrebbero distinguere tra i diversi settori interessati (ad es. bovini, ovini/caprini, suini, pollame, conigli). Un'altra raccomandazione è di estendere l'etichettatura obbligatoria ad altri settori della zootecnia, indicando in etichetta i sistemi di produzione o le condizioni di stabulazione, in modo simile agli attuali standard di commercializzazione per le uova. E infine si propone di definire obiettivi quantificati sull'uso di antimicrobici per puntare a ridurre, a livello dell'Unione europea, le vendite di antimicrobici per animali d'allevamento del 50% entro il 2030. |
11 Maggio 2022
BENESSERE ANIMALE, DALLA PAC UNA SPINTA AL MIGLIORAMENTO