13 Ottobre 2022
AGRICOLTURA E LEGALITÀ AL CENTRO DELLA 72ESIMA GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO

Custodia del creato, legalità, agromafie: un messaggio di forte valenza religiosa ed etica sarà lanciato in occasione della 72° Giornata Nazionale del Ringraziamento che si svolgerà il 5 e 6 novembre a Sessa Aurunca nel Teatro Cinema Corso Seccareccia.

La Cei ribadisce il forte apprezzamento per l’agricoltura soprattutto in un tempo segnato dalla guerra e sottolinea come la mancanza di grano affami i popoli e li tenga in scacco. No dunque alle “scelte assurde di investire in armi anziché in agricoltura” e richiamo al “sogno di Isaia di trasformare le spade in aratri, le lame in falci”.

L’agricoltura, che sarà protagonista della Giornata del Ringraziamento, è quella che esprime la grande bellezza (“la terra creata e affidata all’umanità come un giardino”) la legalità. In primo piano infatti l’emergenza agromafie. Le infiltrazioni inquinano il settore creando squilibri economici, sociali e ambientali. Si favorisce così la deriva verso l’economia sommersa che trascina anche settori e soggetti tradizionalmente sani coinvolgendoli in reti di relazioni corrotte. Dal riciclaggio del denaro sporco all’inquinamento dei terreni con sostanze nocive fino agli incendi dolosi che provocano vittime e danni, è ampia e complessa la casistica dei comportamenti illegali che mettono a rischio la qualità del cibo, l’ambiente e i diritti dei lavoratori.

Parlare di agromafia significa accendere i riflettori su tutti quei fenomeni criminali che si infiltrano nella filiera della produzione alimentare. Si pensi al caporalato che porta allo sfruttamento fino alla tratta di lavoratori più fragili come gli immigrati e i minorenni. Ma rientrano nell’ambito delle agromafie anche le pratiche agricole non rispettose dell’ambiente, le sofisticazioni alimentari, l’uso di terreni agricoli per la “raccolta” di rifiuti tossici.

La sacra scrittura denuncia chi calpesta la dignità dell’altro, attraverso un uso e un commercio iniquo di beni destinati a tutti. Sotto accusa finiscono mercanti disonesti che falsano le bilance per fare guadagni iniqui a svantaggio di chi lavora con onestà e dei poveri. Ma se il profeta Amos denuncia la cultura del “profitto iniquo” nello stesso tempo assicura “Pianteranno vigne e ne berranno vino, coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto”. Un messaggio che sembra calzare alla situazione attuale “inquinata” da speculazioni e da atteggiamenti spesso poco trasparenti.

“La Chiesta – è stato ribadito in un documento della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace – continua a denunciare le forme di corruzione mafiosa e di sfruttamento dei poveri”. Dalla Chiesa dunque arriva un invito alle autorità ad un’azione “continuativa di prevenzione delle infiltrazioni criminali e di contrasto ad esse”. E l’incoraggiamento a sostenere le aziende agricole che operano nella piena trasparenza e legalità che sono poi la maggioranza delle attività produttive. Un appello anche ai consumatori affinché si rivolgano per i loro acquisti ai produttori che rispettano la qualità sociale e ambientale del lavoro.

L’agricoltura, soprattutto in questi tempi difficili, segnati dalla guerra e dalla povertà crescente, può davvero diventare un modello per il Paese. Su questi temi saranno centrati gli interventi dell’’incontro che precederà la cerimonia religiosa che sarà celebrata da S.E. Mons. Orazio Francesco Piazza, vescovo di Sessa Aurunca. I relatori saranno la prof.ssa Rosanna Virgili, biblista, il generale D. Sergio Costa, già ministro dell’Ambiente e tutela del Territorio e del Mare, il dott. Gian Carlo Caselli magistrato e presidente dell’Osservatorio Agromafie della Coldiretti, il prof. Gabriele Canali, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.

Parteciperanno alla tavola rotonda rappresentanti di Acli Terra, Coldiretti, Fai Cisl, Feder.Agri-MLC e Terra Viva.

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