Recupera il terreno perso l’agricoltura pugliese nel 2019, riguadagnando il 22% della PLV (Produzione Lorda Vendibile) andata in fumo nel 2018 e conta il 22% delle giornate di lavoro in agricoltura sul totale nazionale con 100mila operai agricoli, un mercato del lavoro di grande valenza da tutelare. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Puglia sulla base dei dati relativi al fatturato industriale nel dicembre 2019 elaborati dall’Istat che vede invece in generale un calo annuale dell’1,4%.
“L’agricoltura pugliese è viva, a dispetto della mancanza di visione e strategia che ha lasciato noi imprenditori agricoli soli ad affrontare le emergenze della tropicalizzazione del clima, dell’attacco di malattie aliene provenienti dall’estero, senza alcun sostegno allo sviluppo rurale che ha ‘mangiato’ competitività alle imprese agricole pugliesi”, ha detto il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
Il valore delle produzioni agricole torna a crescere, attestandosi su 3,6 miliardi di euro, principalmente grazie al recupero della filiera olivicola e olearia – aggiunge Coldiretti Puglia - che dopo il crack nel 2018 causato dalle gelate, segna un aumento del 128% rispetto all’anno precedente e la crescita sarebbe stata anche più alta se le quotazioni delle olive in campagna fossero state più soddisfacenti.
“Bene il comparto cerealicolo con una PLV in aumento del 46% rispetto all’anno precedente – riferisce il presidente Muraglia - con un rinnovato interesse per il grano pugliese che rappresenta una significativa inversione di tendenza, determinata anche dalla domanda dei consumatori per la pasta ottenuta con grano duro italiano che sta spingendo verso linee di produzione di Made in Italy 100% con accordi di filiera per aumentare le coltivazioni in Italia. L’adesione ai contratti di filiera attraverso i quali i produttori seguono determinati disciplinari tecnici garantisce l’ottenimento di elevati standard quantitativi e qualitativi per il grano duro destinato alla pasta che è stato coltivato nel 2019 su 1,2 milioni di ettari per un raccolto di 4 miliardi di chili. La regione con la maggiore produzione di grano duro in Italia è la Puglia con circa 900 milioni di chili distribuiti su 340.000 ettari”, aggiunge il presidente Muraglia. “Abbiamo seguito con attenzione l’arrivo di navi nel porto di Bari, soprattutto dai Paesi dell’est europeo e dal sud Africa, che stanno prendendo le vie più disparate in Italia, per cui chiediamo alle forze dell’ordine di seguirne i percorsi, considerato che vige ancora il segreto di stato sulle importazioni e le destinazioni di prodotti in arrivo dall’estero”, denuncia Muraglia.
Sono stati firmati 3 accordi di filiera nel 2019, utili ad accrescere il valore delle produzioni agroalimentari pugliesi. “Valorizzare i prodotti agricoli pugliesi nella trasformazione industriale è un obiettivo importante per lo sviluppo economico ed occupazionale della Puglia ma è anche un vero elemento di distintività del Made in Italy che va difeso con responsabilità”, torna a dire Muraglia. “Nel 2020 saranno costruiti accordi di filiera per tutelare l’olio extravergine di oliva pugliese e si consolideranno gli strumenti già a disposizione per il rafforzamento della filiera dell’aceto, del grano per il pane e dei prodotti lattiero- caseari”, insiste Muraglia. “La Puglia avrà a disposizione lo strumento della IGP Olio che dovrà saper sfruttare al meglio. Il nuovo riconoscimento rappresenta anche – precisa Muraglia – una risposta ai bollini allarmistici e a semaforo fondati sui componenti nutrizionali che alcuni Paesi, dalla Gran Bretagna al Cile alla Francia, stanno applicando su diversi alimenti della dieta mediterranea sulla base dei contenuti in grassi, zuccheri o sale. Un marchio infamante che favorisce i prodotti artificiali e colpisce già oggi ingiustamente le confezioni di extravergine Made in Italy, il prodotto simbolo della dieta mediterranea”, conclude il presidente Muraglia.