Storie di resilienza dai comuni del cratere del sisma ad Amatrice e Accumoli, dove si è svolto un evento organizzato dalla Protezione Civile e Coldiretti, unite in una collaborazione sinergica, che ha l’obiettivo di mettere in atto azioni concrete per combattere il cambiamento climatico, prevenire e gestire gli eventi calamitosi, migliorando la sicurezza dei territori. Storie di agricoltori che non hanno abbandonato la loro terra e hanno saputo reinventarsi, dopo le calamità naturali che hanno distrutto le loro aziende. Commoventi le testimonianze dei Giovani Impresa Coldiretti, che sono arrivati con i loro “prodotti della rinascita”, da tutta Italia per raccontare il dramma che hanno vissuto e la forza con cui hanno affrontato le difficoltà be si sono rialzati. Lo hanno fatto in un confronto che si è svolto nell’Auditorium “Della Laga” ad Amatrice: “Protezione Civile e Agricoltura: sinergie in movimento”, moderato dalla giornalista de Il Messaggero, Raffaella Di Claudio, a cui hanno preso parte il Capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio e dal Vice Presidente Nazionale di Coldiretti, David Granieri, che guida anche la federazione del Lazio, insieme al Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, Filippo Gallinella e il Senatore Francesco Battistoni, Sottosegretario di Stato delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Presente anche il Monsignor Domenico Pompili, Vescovo della Diocesi di Rieti e i sindaci di Amatrice e Accumoli, Giorgio Cortellesi e Franca D’Angeli, con il Prefetto, Gennaro Capo, i volontari della protezione civile insieme a Marco Guardabassi, che coordina le attività del Dipartimento della Protezione Civile. “L’obiettivo è quello di affrontare i problemi con un sistema di previsione, prevenzione e gestione - spiega il Vice Presidente Nazionale di Coldiretti, David Granieri - Crediamo vivamente come mondo agricolo di essere un presidio di protezione civile. I nostri agricoltori sono sentinelle dei territori, i primi ad accorgersi delle criticità, a dare l’allarme, a segnalare incendi e ad intervenire anche con i propri mezzi. Il protocollo è un indirizzo che punta alla resilienza. Abbiamo, inoltre, un sistema di solidarietà molto forte, che ci spinge nelle emergenze ad affrontarle e aiutare chi si trova in difficoltà”. Un evento che si inserisce nell’ambito della “Settimana Nazionale della Protezione Civile” in corrispondenza della Giornata internazionale per la riduzione del rischio dei disastri naturali, che si celebra ogni anno il 13 ottobre. Ad unire Coldiretti e Protezione Civile un protocollo che ha l’obiettivo di trovare strumenti necessari per prevenire e gestire le emergenze, attraverso il coinvolgimento attivo degli agricoltori con buone pratiche agricole e lo sviluppo di misure di autoprotezione, ma anche dare delle risposte concrete alle imprese e al mondo rurale, sia in campo economico che sociale. “Se noi vogliamo avere un sistema di emergenza non possiamo non partire dall’ordinario - spiega il Capo Dipartimento, Fabrizio Curcio - e comprendere che il mondo dell’agricoltura, dell’allevamento, della cura della terra è fondamenta nel nostro sistema e non è un tema che dobbiamo porci solo quando c’è l’emergenza, ma è necessario pianificare. Come Protezione Civile stiamo portando avanti da tempo l’attività con Coldiretti, anche per quando riguarda gli aiuti alimentari alle popolazioni in difficoltà”. Dopo il convegno la visita è proseguita nell’azienda agricola di Gabriele Piciacchia ad Accumoli, tra quelle che hanno avuto la forza di rialzarsi e riconvertire la produzione pur di restare sul territorio. Come la loro, tante altre storie raccontate dai Giovani Impresa Coldiretti. C’é stata la testimonianza di Antonio Pascali di Vernoli a Lecce, dove con la sua azienda produce olio Evo in Puglia, dove la Xylella ha colpito ottomila chilometri quadrati di territorio, distruggendo 21 mila piante. Antonio non si è arreso, ha espiantato gli ulivi infetti e ripiantato piante giovani, riuscendo a ricreare una line di olii extravergine di oliva eccellente. “Lo scenario che mi sono trovato davanti ad Amatrice - spiega - è stato un colpo al cuore, perché è lo stesso che vedo per le strade della mia provincia. Qui c’è una città sgretolata dal terremoto, mentre quello che vedo nella mia terra è un paesaggio grigio e secco, prima totalmente verde. Siamo stati costretti ad espiantare i nostri ulivi secolari, sui quali hanno lavorato generazioni di famiglie a causa della Xylella”.
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23 Ottobre 2021
AD AMATRICE L’AGRICOLTURA CHE RESISTE CON COLDIRETTI GIOVANI E PROTEZIONE CIVILE