Nuovamente fermo a Terlizzi il pozzo che era rientrato nella sua piena funzionalità dopo oltre 1 anno di inattività, grazie alle proteste degli agricoltori di Coldiretti incatenati davanti ai pozzi
Con i campi arsi dalla siccità che sta dimezzando le produzioni in campagna, si chiudono i rubinetti che erogano acqua anche a causa di danneggiamenti e soprattutto dei furti dei cavi dai pozzi artesiani che restano spenti, bloccando l’irrigazione nel momento più critico per l’agricoltura pugliese. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, in riferimento all’ennesimo furto di cavi del pozzo in contrada Lioy a Terlizzi che era rientrato nella sua piena funzionalità dopo oltre 1 anno di inattività, grazie alle proteste degli agricoltori di Coldiretti che si sono incatenati davanti ai pozzi.
Riarmare i pozzi è costoso e complicato – aggiunge Coldiretti Puglia – considerato che spesso si registra, oltre al danneggiamento, il defraudamento dei pozzi con furti di idranti e tubature. Si tratta di atti vili che dimostrano quanto la criminalità colpisca indisturbata le aree rurali, depredando e danneggiando senza pietà il frutto del lavoro degli agricoltori, alla mercé di bande criminali che saccheggiano e azzerano in pochi minuti strutture, campi e produzioni ed impediscono con furti e danneggiamenti l’irrigazione dei campi, in un periodo in cui si registrano criticità per la piena attività dei pozzi anche a causa della mancanza di personale.
La criminalità – continua Coldiretti Puglia – opera attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento di impianti e delle stesse colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, caporalato e truffe nei confronti dell’Unione europea.
L’agricoltura pugliese è particolarmente appetibile – afferma Coldiretti Puglia – perché rappresenta una grande realtà economica e sociale intorno alla quale si sviluppa un notevole indotto e che può rappresentare, se opportunamente valorizzata, il motore di uno sviluppo diffuso per l’intera regione.