Contrastare in ogni modo il proliferare della carne finta. E’ la battaglia che ha ingaggiato la Coldiretti. A questo tema è stato dedicato un convegno del Villaggio di Milano. Ed è stata anche lanciata una petizione mondiale che ha già raccolto l’adesione di politici e scienziati. L’allarme sui prodotti realizzati in laboratorio è confermato dai numeri. Il fenomeno rischia di dilagare.
Una ricerca Coldiretti/Ixe’ ha infatti rilevato che una percezione positiva nei confronti della carne sintetica si riscontra anche in Italia. Serve dunque una comunicazione corretta al consumatore che solo Coldiretti, come ha sostenuto il ministro Stefano Patuanelli, può fare. Soprattutto attraverso la rete dei mercati di Campagna Amica che si avviano a coprire tutte le province italiane e che garantiscono un rapporto diretto tra produttore e consumatore.
Ed è soprattutto necessario smentire dati alla mano le troppe fake news sugli allevamenti. Sono anni che si rimpallano le accuse sulla zootecnia. Forse un modo per preparare la strada alla carne finta? Facendo leva su benessere degli animali e ambiente si punta infatti a spingere verso un’alimentazione “monstre”.
Cerchiamo di sfatare le più comuni fake sugli allevamenti bovini e sul loro impatto sull'ambiente e sulla salute dell'uomo.
Terreno prezioso sottratto? Uno studio realizzato da Coldiretti e Assocarni ricorda che una delle accuse ricorrenti è che gli allevamenti consumano suolo prezioso . Ma è davvero così?
In realtà 2/3 delle terre nel mondo sono marginali e non possono perciò essere coltivate. E dunque l'allevamento al pascolo è l'unico modo per produrre cibo su quei terreni ed evitarne così l’abbandono con tutte le conseguenze che la desertificazione provoca.
Inoltre i bovini per l'86% si alimentano di cellulosa che proviene da piante che non danno prodotti per l’alimentazione umana. E infine gli allevamenti “producono” il letame necessario anche per le coltivazioni biologiche . In questo modo si può produrre senza utilizzare concimi chimici.
Altra fake: gli allevamenti consumano troppa acqua. Anche in questo caso i numeri non tornano.
Non è vero che per produrre 1 kg di carne servono 15mila litri di acqua.
Il 94% viene restituita sotto forma di evapotraspirazione, solo il 3% viene effettivamente prelevato dalle falde o dalle fonti superficiali e il resto 3% è destinato alla depurazione.
E infine il metano che appartiene comunque al ciclo biogenico e che in ogni caso viene smaltito in dieci anni, i residui dei combustibili fossili invece si accumulano e restano per mille anni. Agli allevamenti si deve dunque solo il 3% delle emissioni.
Ed è bene anche ricordare che gli allevamenti non producono solo carne, ma anche prodotti che alimentano altre importanti filiere dal latte alle pelli, fino ai cosmetici, pet food, biogas e biometano.
Mangiare carne fa bene alla salute perché le proteine e i grassi sono un toccasana per il cervello. Il consumo di carne è nella tradizione dell’uomo e sulle ”tavole” è sbarcata molto prima che arrivassero i pomodori.
La carne è un elemento fondamentale della Dieta Mediterranea, che rappresenta un modello dell’alimentazione sostanzialmente per due criteri: varietà ed equilibrio dei principi nutritivi. E’ dunque un elemento basilare per una sana nutrizione grazie alla quale gli italiani sono tra i popoli più longevi del mondo.
E anche sul consumo che sarebbe esploso negli ultimi anni i numeri parlano: si consumano 24 grammi al giorno pro capite. Come negli Anni Sessanta. Si tratta dunque di un'attività sostenibile per l'uomo e per l'ambiente.