La guerra in Ucraina e i rincari energetici spingono l’aumento dei costi correnti per la produzione della frutta a +51%, ma si sale addirittura al 67% per l’ortofloricoltura con un impatto traumatico sulle aziende agricole. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Crea all’apertura del Macfrut. Fruit & Veg Professional Show di Rimini allo Stand Coldiretti.
La crisi colpisce direttamente imprese e famiglie con l’ortofrutta che è – sottolinea Coldiretti regionale – la prima voce di spesa per una media di oltre 105 euro al mese, con una inversione di tendenza nei consumi che si sono ridotti del 3% per un quantitativo totale che è sceso a 5,9 milioni di tonnellate lo scorso anno.
In questo scenario l’impennata dei prezzi dei carburanti – continua Coldiretti regionale – rischia di scatenare una tempesta sui costi della logistica con la Puglia che paga il gap delle infrastrutture logistiche non ancora adeguate per il trasporto merci rispetto ai concorrenti degli altri Paesi. In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro al chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro), ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est: in Lettonia il costo dell’autotrasporto è di 0,60 euro al chilometro, in Romania 0,64 euro/chilometro; in Lituania 0,65 euro/chilometro, in Polonia 0,70 euro/chilometro secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga.
Uno scenario preoccupante per il settore ortofrutticolo pugliese che – spiega Coldiretti regionale – ha numeri da record su pesche, uva da tavola e agrumi per quanto riguarda la frutta, mentre nelle produzioni ortive su lattughe, fave, carciofi e pomodori da industria.
La specializzazione strutturale dell’orticoltura pugliese, legata alla spiccata vocazionalità pedoclimatica, flessibilità e tradizione imprenditoriale, consente – aggiunge Coldiretti Puglia - di proporre una amplissima gamma di prodotti e si manifesta anche in termini di performance produttive. Tutto ciò va tutelato e promosso sui mercati italiani e mondiali.
Il 27% delle aziende presenta una produzione di ortive, mentre il 58% in quella di fruttiferi. Le percentuali si invertono ove si consideri la SAU, visto che per le coltivazioni ortive la SAU aumenta al 55,7% mentre l’incidenza dei fruttiferi sulla superficie complessiva scende al 33,7%. Le dinamiche intercensuarie evidenziano un processo di ristrutturazione aziendale, con una forte riduzione della numerosità delle aziende, cui è associato un aumento della SAU, particolarmente significativo nel comparto delle ortive.
Il balzo dell’energia ha fatto impennare i costi – sottolinea Coldiretti regionale - dal riscaldamento delle serre ai carburanti per la movimentazione dei macchinari, dalle materie prime ai fertilizzanti, con spese più che raddoppiate, fino agli imballaggi, con gli incrementi che colpiscono dalla plastica per le vaschette, le retine e le buste (+72%), alla carta per bollini ed etichette fino al cartone ondulato per le cassette (+77%), stesso trend di rincari per le cassette in legno, mentre si allungano anche i tempi di consegna, in qualche caso addirittura quintuplicati.
Per difendere il patrimonio ortofrutticolo italiano è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro, lavorando per accordi di filiera con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali. Ma – insiste Coldiretti – occorre investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma bisogna anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che devasta le colture costringendo in molte zone interne all’abbandono dei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici e ai patogeni alieni, per contrastare i quali servono nuovi strumenti di difesa attiva e passiva.