Gli oli prodotti con varietà resistenti alla Xylella potranno fregiarsi del marchio DOP Terra D’Otranto sin dalla campagna olivicola – olearia in corso 2021-2022. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in riferimento alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Modifica del disciplinare di produzione della denominazione «Terra d'Otranto» registrata in qualità di denominazione di origine protetta in forza al regolamento (CE) n. 644/1998 della Commissione del 20 marzo 1998, ottenuta grazie al lavoro congiunto condotto dal Consorzio DOP Terra d’Otranto, Coldiretti Puglia, UNAPROL, con il contributo della Camera di Commercio di Lecce.
“Abbiamo accompagnato e sostenuto con convinzione il Consorzio DOP Terra D’Otranto nel percorso di trasparenza e valorizzazione che, come dimostra il disciplinare, punta decisamente sulla qualità e sulla distintività, ma necessariamente deve tener conto delle profonde mutazioni causate al territorio salentino dalla Xylella che ha azzerato la produzione delle varietà di olivo Cellina di Nardò e Ogliarola”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
I gravi disseccamenti presenti negli oliveti del Salento e che interessano soprattutto l'Ogliarola salentina e la Cellina di Nardo', le due cultivar predominanti, hanno inciso profondamente sulla produzione olearia degli stessi, rendendo necessaria la sostituzione degli olivi disseccati con i nuovi impianti di leccino e FS-17.
“Abbiamo vissuto e continuiamo a vivere un momento disastroso per la nostra olivicoltura ma non ci arrendiamo, anzi rilanciamo – afferma Giovanni Melcarne, presidente del Consorzio DOP Terra D’Otranto – con uno strumento che deve aiutarci a tornare forti nella produzione e ad acquisire forza sul mercato. Parliamo di oli extravergine di alta qualità, con parametri chimico-fisici ed organolettici di assoluto valore a beneficio della salute, con la produzione delle olive, la trasformazione in olio, ma anche il confezionamento che dovrà essere effettuato a una distanza definita dal luogo di produzione”.
I sesti di impianto, le forme di allevamento ed i sistemi di potatura devono essere quelli tradizionalmente usati e quelli adatti alla coltivazione intensiva e alta intensità prevista per la varietà Leccino e FS-17, comunque atti a non modificare le caratteristiche delle olive e dell’olio. E’ consentita una densità massima per gli oliveti tradizionali di 400 piante per ettaro e per gli oliveti intensivi e ad alta intensità di 1200 piante per ettaro.