Diffida di Coldiretti Puglia ai 258 Comuni pugliesi e agli enti pubblici come Consorzi di Bonifica, ANAS , Demanio, perché il tempo stringe e le pratiche di prevenzione fitosanitarie non sono state neppure avviate, lasciando campi, strade e cigli stradali pubblici e demaniali incolti e pieni dei famigerati sputi dell’insetto vettore ‘sputacchina’ che inoculando la malattia è responsabile dell’avanzata inarrestabile della Xylella fastidiosa. E’ quanto emerso nel corso del Piano AntiXylella Day organizzato dalla Coldiretti regionale in tutta la Puglia, a cui ha partecipato l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, in occasione della Giornata Mondiale della Terra (Earth Day), la più grande manifestazione ambientale dedicata al Pianeta che si celebra ogni anno da 51 anni.
“Coldiretti Puglia ha chiamato alle armi della terra, con trattori, decespugliatori, trinciatrici, per dare battaglia all’insetto vettore della Xylella fastidiosa, la ‘sputacchina’, nella sua fase giovanile e contrastare l’avanzata della malattia e salvare l’ambiente e il paesaggio, ma gli agricoltori non possono essere lasciati soli a tutelare il patrimonio agricolo e paesaggistico pugliese. Serve l’impegno di tutti gli enti pubblici che hanno anche la possibilità di avvalersi della Legge di Orientamento per affidare le lavorazioni nelle aree pubbliche e demaniali alle imprese agricole che hanno mezzi e conoscenze del territorio tali da agire tempestivamente e efficacemente sul territorio”.
I trattamenti chimici e le lavorazioni hanno un costo e per questo Coldiretti Puglia chiede, tra l’altro, che sia da subito individuato e applicato uno specifico regime di aiuto, in grado di indennizzare le operazioni sopra previste.
Da quando è stata confermata la presenza della Xylella fastidiosa in Salento – aggiunge Coldiretti Puglia, in base alla elaborazione di dati Sian - la produzione di olio ha subito un trend negativo che rischia di diventare irreversibile, con il minimo storico di 3.979 tonnellate prodotte nell’ultima campagna 2019/2020 a Lecce, con una diminuzione dell’80%, mentre a Brindisi la produzione di olio è diminuita del 16% e del 4% in provincia di Taranto, oltre agli incalcolabili danni al paesaggio e al turismo in Puglia.
Il contagio della Xyella ha già provocato con 21 milioni di piante infette una strage di ulivi, lasciando un panorama spettrale e il danno del settore olivicolo è stato stimato per difetto in 1,6 miliardi di euro, con oltre 8mila chilometri quadrati di territorio colpito dalla fitopatologia pari al 40% del territorio regionale.
“Bisogna salvare la Piana degli Ulivi Monumentali che ha già perso 1/3 degli ulivi di inestimabile valore preservati nel tempo. Per questo serve – aggiunge il presidente Muraglia - una riflessione seria sulla scelta di avere ristretto la zona cuscinetto e la zona contenimento dell’Area delimitata Salento. Già in fase di preparazione del Piano, Coldiretti Puglia evidenziava alcune perplessità sulle nuove regole introdotte dal Regolamento di Esecuzione del 14 agosto 2020 n. 1201/2020 circa l’ampiezza delle aree delimitate, ritenendo che la loro riduzione avrebbe potuto significare una perdita di sorveglianza attiva di alcune importanti zone olivetate, che si sarebbero ritrovate di punto in bianco in zona infetta ma non in area contenimento”.
La gestione di un ulivo monumentale è, infatti – rileva la Coldiretti regionale - molto più complicata, con rese produttive notevolmente più basse rispetto a una normale pianta, ma anche la necessità di procedere a una raccolta esclusivamente manuale e maggiori difficoltà a livello di potatura e di trattamento.
“Come ripetutamente segnaliamo e denunciamo da anni, il monitoraggio degli ulivi non può essere esclusivamente visivo – insiste il presidente Muraglia - perché la Xylella è come il Covid, la malattia è asintomatica per un lasso di tempo imprecisato, per cui le piante appaiono sane alla vista. Per accertare la presenza della malattia nell’area a forte rischio vanno effettuati campionamenti e analisi anche di ulivi apparentemente sani, senza che sia ancora ben visibile alcun segno di disseccamento”.
Pratiche di prevenzione fitosanitaria, monitoraggi delle piante non solo visivi e dell’insetto vettore ‘la sputacchina’, campionamenti ed espianti in caso di ulivi infetti, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, restano – aggiunge Coldiretti Puglia – l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L’efficacia e sistematicità – conclude Coldiretti Puglia – sono garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe e non vanno messe in alcun modo in discussione.