4 Marzo 2020
CONSUMI: COLDIRETTI PUGLIA, CRESCE #DOPECONOMY; VOLA LA PUGLIA DEL VINO +62%

Cresce il valore delle filiere delle Indicazioni Geografiche con la Puglia del vino che vola con un aumento del 62% in un anno, un segnale di dinamismo di un settore che è divenuto traino per l’economia della regione. E’ l’analisi di Coldiretti Puglia sulla base dei dati del Rapporto 2019 Ismea – Qualivita che registra un balzo in avanti delle ricadute economiche dovute alle filiere DOP e IGP del cibo e del vino.

“La Puglia è una delle 5 regioni dove si registra un incremento sensibile delle performance delle Indicazioni Geografiche del vino, pari a 142milioni di euro, con la provincia di Taranto che tira la volata con 42 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente”, commenta con soddisfazione Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

La Puglia può contare – aggiunge Coldiretti Puglia - su 623 specie autoctone vegetali a rischio di estinzione, 276 prodotti riconosciuti tradizionali dal MIPAF, 11 prodotti DOP (5 oli extravergini, patata novella di Galatina, Pane di Altamura, canestrato pugliese, mozzarella di bufala e oliva Bella di Cerignola, caciocavallo silano, mozzarella di Gioia del Colle, 29 vini DOC, oltre a 632 varietà vegetali a rischio estinzione.

“La Puglia guida la classifica dell’olio extravergine di oliva con un valore pari a 25 milioni di euro e ci auguriamo che con la IGP Olio Puglia si riescano ad ottenere risultati ancor più soddisfacenti”, insiste il presidente Muraglia.

Quella per l’Olio di Puglia è la 9 IGP riconosciuta alla Puglia, dopo i riconoscimenti per la lenticchia di Altamura, la burrata di Andria, la Cipolla Bianca di Margherita, l’Uva di Puglia, il Carciofo Brindisino, l’Arancia del Gargano, il Limone Femminello del Gargano e le Clementine del Golfo di Taranto, ricorda Coldiretti Puglia.

“Il brand IGP garantirà che l’olio extravergine sia di alta qualità - aggiunge il presidente Muraglia - con parametri chimico-fisici ed organolettici di assoluto valore, faccia bene alla salute, perché il disciplinare prevede che solo oli con un elevato livello di polifenoli - i più importanti antiossidanti naturali - possano diventare IGP, certificando le proprietà con un apposito claim salutistico in etichetta previsto dall’UE sia un olio sempre fresco, perché dovrà essere imbottigliato entro l’anno di produzione e sia di assoluta provenienza regionale, un olio certamente “Made in Puglia” sia per la produzione delle olive, sia per la trasformazione in olio, ma anche per il confezionamento che  dovrà essere effettuato a una distanza definita dal luogo di produzione”.

 

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